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Il Vietnam centrale e’ il Vietnam che ti aspetti. Risaie, costa selvaggia, spiagge, antiche città, resti della civiltà Cham.

Da Hue (l’antica capitale del Vietnam) si arriva a Hội An in qualche ora di auto attraversando un paio di passi e varcando immaginarie linee di vecchi fronti di quella che i vietnamiti chiamano (a ragion veduta) l’ American War.

Toccare l’argomento e’ interessante, perché a seconda della zona del Paese la reazione e’ leggermente diversa. Il Paese sembra aver superato psicologicamente l’orrore (interessante, l’iPad mi aveva corretto automaticamente la parola con ‘errore della guerra’. La logica di questa macchina mi stupisce sempre di più) e ovunque ti colpisce l’entusiasmo dell’incredibile numero di giovani vivaci, intelligenti, gioviali e vogliosi di far crescere la propria nazione.

Al Nord parlano della guerra come una grande vittoria nazionale, al centro – per ora – ce ne parlano come paradigma per giustificare la ben disposizione verso i turisti. “perché qui abbiamo combattuto con gli americani, e quindi siamo abituati ad avere a che fare con i turisti”….

Sia Hue che Hội An nascondono dei tesori patrimonio culturale dell’umanità la cui densità è disposizione mi ricorda Kyoto, con quell’atmosfera di understatement della ricchezza ed eterogeneità culturale che solo le ‘vere’ città (anche se piccolissime come queste) possiedono.

Ma è nei ritmi, nei colori e nei volti delle campagne che si scopre il vero vietnam del centro.

Ancora una volta mi sono scoperto scattare immagini di vita dei campi dove la dominante verde delle risaie e degli orti ordinati viene interrotta dal giallo dei cappelli conici e giacche colorate.

Non ho tempo di scrivere tutto ciò che ho visto ma lo farò presto con le mie fotografie. Restano negli occhi quelle immagini e nel palato il gusto di una delle più ricche, vàrie e gustose cucine che abbia mai assaggiato.

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