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Instagram strikes back. Che fare?

Posted by admin on 18 Dic 2012 / 0 Comment

La notizia: Instagram cambia  i termini d’uso. A partire dal prossimo gennaio i contenuti degli utenti caricati sul social network fotografico potranno essere utilizzati per iniziative anche commerciali senza che gli stessi utenti ne siano informati o – peggio – percepiscano royalties sul loro sfruttamento.

Lo dico subito, ci sta. Quando un fenomeno come Instagram viene comprato da Facebook a un miliardo di dollari si entra in uno scenario diverso da quello che ci aspettiamo. E, in fondo, nei termini del service provider è ben chiaro il potere unilaterale di cambiare i termini del servizio.

E’ ovvio però che adesso il cristallo avrà una crepa. Difficile recuperare la fiducia tradita.

Cosa fare? Me lo stanno chiedendo in tanti da quando Instagram ha annunciato la nuova policy.

Ovviamente non lo so e non spetta a me proporlo. Mi limito a considerare che nel nostro ordinamento giuridico questo sarebbe stato difficilmente possibile, perchè nuove condizioni contrattuali possono applicarsi per il futuro e non al passato. Sarebbe come dire che un operatore telefonico cambia (legittimamente) tariffa ma con effetto retroattivo e quindi chiedendo gli arretrati all’utente.

Ora, cosa possiamo fare. Ben poco, temo, a parte la soluzione più drastica del cancellarsi e trasferire altrove i propri contenuti. A meno che…

[youtube_sc url=”http://youtu.be/Nn-dD-QKYN4″ width=”300″ height=”300″ ratio=”4:3″ autoplay=”1″]

Posto che tenderei ad escludere azioni ad alto impatto come caricare una marea di immagini penose e di qualità imbarazzante, magari con un watermark “e adesso vendi questa”, direi che si potrebbe interrompere il flusso di caricamento per uno o due giorni.

Funziona solo se una massa critica di utenti lo fa, ovviamente. Ma ad ogni modo può essere un primo segnale. Quanto meno per chiedere che le nuove condizioni si applichino ai futuri caricamenti e non a quelli passati.

A me, lo ammetto, da fastidio che i miei scatti privati (più o meno belli) siano non tanto venduti a mia insaputa (è una cosa che può accadere a prescindere) ma usati per qualsiasi finalità a me ignote. E non solo le immagini! Anche il mio avatar, i miei commenti.

In poche parole, la mia privacy.  Ecco, improvvisamente Instagram dichiara di poter utilizzare le nostre idee, le nostre frasi, le nostre immagini.

Lo dico ancora una volta, ci sta, perchè è un’azienda privata. Un’azienda che però è diventata un impero grazie agli utenti che in lei hanno riposto la fiducia di poter esercitare liberamente la propria creatività e voglia di comunicare.

Signori di Instagram…guardate che non c’è niente di peggio di un’amante tradita…

E se dichiarassimo un #instastrike?

Sarebbe una bella battaglia (alla fine) anche per Instgram stessa.

A

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